La medaglia di San Benedetto

La medaglia di San Benedetto

 

Chi era San Benedetto?

 

Benedetto nacque a Norcia intorno al 480, appena dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Come tutti i figli di nobili, adolescente si recò a Roma, per compiervi gli studi. A una città in balìa dei barbari si era aggiunta anche una profonda crisi morale, di cui il giovinetto avvertì subito il pericolo. Allora si ritirò nella solitudine della valle dell’Aniene, in una grotta nei pressi di Subiaco. Il giovane eremita non rimase però a lungo nascosto: ben presto la sua fama di santità gli attrasse numerosi discepoli. Fu richiesto come abate da una comunità di monaci che si trovava nelle vicinanze, a Vicovaro. Ma fu un’esperienza negativa ed egli fu costretto a tornare nella sua grotta di Subiaco, attorno alla quale organizzò una colonia monastica, formata da dodici piccoli cenobi con dodici monaci ciascuno. L’invidia di un prete del luogo lo indusse ad abbandonare anche Subiaco, e insieme ai discepoli più fedeli si recò a Cassino, sul cui monte fondò, intorno al 529, la celebre abbazia di Montecassino. Qui donò ai suoi monaci la Regola, e vi morì, secondo la tradizione, il 21 Marzo dell’anno 547, quaranta giorni dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica con la quale ebbe comune sepoltura. I Dialoghi riferiscono che spirò in piedi, con le braccia sollevate in preghiera verso il cielo.

 

La regola di San Benedetto

 

 

A Montecassino, intorno al 540, Benedetto compose la sua Regola prendendo spunto da regole precedenti, in particolare quelle di san Giovanni Cassiano e san Basilio, ma anche san Pacomio, san Cesario, e l’Anonimo della Regula Magistri con il quale ebbe stretti rapporti proprio nel periodo della stesura della regola benedettina, egli combinò l’insistenza sulla buona disciplina con il rispetto per la personalità umana e le capacità individuali, nell’intenzione di fondare una «scuola del servizio del Signore, in cui speriamo di non ordinare nulla di duro e di rigoroso».

La regola, nella quale si organizza nei minimi particolari la vita dei monaci all’interno di una “corale” celebrazione dell’uffizio, diede nuova e autorevole sistemazione alla complessa, ma spesso vaga e imprecisa, precettistica monastica precedente. I due cardini della vita comunitaria sono il concetto di stabilitas loci  (l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero contro il vagabondaggio allora piuttosto diffuso di monaci più o meno “sospetti”) e la conversatio, cioè la buona condotta morale, la pietà reciproca e l’obbedienza all’abate, il “padre amoroso” (il nome deriva proprio dal siriaco abba, “padre”) mai chiamato superiore, e cardine di una famiglia ben ordinata che scandisce il tempo nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto ora et labora (“prega e lavora”).

 

Le origini della medaglia

 

 

Le origini della medaglia di San Benedet­to sono antichissime. Papa Benedetto XIV ne ideò il disegno e col “Breve” del 1742 approvò la medaglia concedendo delle indulgenze a coloro che la portano con fede. Sul diritto della medaglia, San Benedetto tiene nella mano destra una croce elevata verso il cielo e nella sinistra il libro aperto della santa Regola. Sull ‘altare é posto un calice dal quale esce una serpe per ricorda­re un episodio accaduto a San Benedetto: il Santo, con un segno di croce, avrebbe fran­tumato la coppa contenente il vino avvele­nato datogli da monaci attentatori. Attorno alla medaglia, sono coniate que­ste parole: “EIUS IN OBITU NOSTRO PRESENTIA MUNIAMUR” (Possiamo esse­re protetti dalla sua presenza nell’ora della nostra morte). Sul rovescio della medaglia, figura la croce di San Benedetto e le iniziali dei testi. Questi versi sono antichissimi. Essi appaio­no in un manoscritto del XIV sec. a testimo­nianza della fede nella potenza di Dio e di San Benedetto. La devozione della Medaglia o Croce di San Benedetto, divenne popolare intorno al 1050, dopo la guarigione miracolosa del giovane Brunone, figlio del conte Ugo di Eginsheim in Alsazia. Brunone, secondo alcuni, fu guarito da una grave infermita’, dopo che gli fu offerta la medaglia di San Benedetto. Dopo la guarigione, divenne monaco benedettino e poi papa: é san Leone IX, morto nel 1054. Tra i propagatori bisogna annoverare anche san Vincenzo de’ Paoli.

Grazie che si ottengono con la medaglia. I fedeli hanno sperimentato la sua potente efficacia mediante l intercessione di S. Benedetto, nei seguenti casi:

-contro i malefici e le altre opere diaboliche

-per allontanare da qualche luogo gli uomini male intenzionati

-per curare e sanare gli animali dalla peste oppure oppressi dal maleficio

-per tutelare le persone dalle tentazioni, dalle illusioni e vessazioni del demonio specie quelle contro la castità

-per ottenere la conversione di qualche peccatore, particolarmente quando si trova in pericolo di morte

-per distruggere o rendere inefficace il veleno

-per allontanare la pestilenza

-per restituire la salute a quelli che soffrono di calcolosi, di dolori ai fianchi, di emorragie, di emottisi; a quanti sono morsi da animali contagiosi

-per ottenere l’aiuto divino alle mamme in attesa onde evitare l aborto

-per salvare dai fulmini e dalle tempeste

Spiegazioni delle iniziali presenti sulla medaglia

 

C.S.P.B.

Crux Sancti Patris Benedicti

La Croce del Santo Padre Benedetto

C.S.S.M.L.

Crux Sacra Sit Mihi Lux

La Croce Santa sia la mia luce.

N.D.S.M.D.

Non Drago Sit Mihi Dux

Non sia il demonio il mio condottiero

V.R.S.

Vade Retro, Satana!

Allontanati, Sanata!

N.S.M.V.

Numquam Suade Mihi Vana

Non mi attirare alle  vanità

S.M.Q.L.

Sunt Mala Quae Libas

Son mali le tue bevande

I.V.B.

Ipse Venena Bibas

Bevi tu stesso i tuoi veleni.

 

Promessa di S. Benedetto ai suoi devoti

Benedetto è invocato per ottenere una buona morta e la salvezza eterna. Egli apparve un giorno a S. Geltrude, dicendo: “ Chiunque mi ricorderà la dignitàper cui il Signore ha voluto onorarmi e beatificarmi, concedendomi di fare una morte così gloriosaio lo assisterò fedelmente in punto di morte e mi opporrò a tutti gli attacchi del nemico in quell’ora decisiva. L’anima sarà protetta dalla mia presenza, essa resterà tranquilla malgrado tutte le insidie del nemico, e felice si slancerà verso le gioie eterne.